La lavorazione del Vetro di Murano

Oggi il vetro di Murano lo si può apprezzare in diverse forme, dai soprammobili ai lampadari murano moderni (ne potete trovare di bellissimi a www.sognidicristallo.com). Ma come avviene la lavorazione?

Scopriamoli insieme in questo articolo.

Quando il vetro passa dallo stato solido a quello liquidi diventa morbido e lavorabile ed è in questo momento che il mastro vetraio può plasmarlo a proprio piacimento e farne quello che gli pare.  È necessario distinguere la prima e la seconda lavorazione. La prima lavorazione quella che utilizza la materia prima, sabbia e vetro grezzo, e li fonde in forno per poi utilizzarlo nella seconda lavorazione.

Tra i risultati della prima lavorazione c’è l’avventurina che quel vetro nato nel XVII secolo a Murano e che si presenta con dei piccolissimi cristalli. Per avere una buona avventurina bisogna aggiungere, una volta finita la fusione, silicio metallico, battitura di ferro, carbone. Quando il vetro inizia a precipitare si aggiunge il rame metallico.

Nella prima lavorazione c’è il cristallo, considerato sin dal Medioevo il vetro più pregiato. Il segreto di questo pregio sta nelle materie prime utilizzate. Anche il lattimo e la filigrana si ottengono dalla prima lavorazione. Chiudono il cerchio la soffiatura e il sommerso.

Fanno parte della seconda lavorazione le conterie, decorato a smalto, millefiori, molatura, specchio, vetro fusione e vetro murrino.

Le conterie sono delle perline di vetro che si ottengono con la lavorazione a “lume”. Il decoro a smalto prevede l’uso di composti colorati. L’oggetto che è stato decorato viene sottoposto ad un ciclo termico che permette al coloro di aderire al vetro. I millefiori sono formati da diversi strati vitrei con vari colori e varie forme. La molatura permette di scavare il vetro e si esplica in diverse fasi. La lavorazione dello specchio è nata nel Rinascimento mentre quella del vetro fusione è molto più antica e abbraccia anche il vetro mosaico. Anche il vetro murrino è una tecnica molto antica.